AUTORI OSPITI:
.....*.....
Armando Romano Giacinto Sica, Rita Virgillito, Maria Chiara Quartu, Maria Grazia Butti, Francesco Zaffuto, Paolo Villa,
Gabriella Lodi, Mariella Clemente, Filippo Aiesi, Semira Baldi. Maria Murriero, Tomaso Kemeny, Francesco Piscitello, Naimo Demetrio, Assunta Sionis, Grazia Cutaia, Giuseppe Fleccia, Giuseppe Messina, DIEGO VALERI, Ignazio Buttitta, Danilo Dolci, Adam Vaccaro, Giuseppe Martucci, Mariapia Quintavalla, Paola Derosa, Gianpiero Neri, Maurizio Bernardi. Roberto Mistretta Argene Madeddu
.....*.....
PAOLA DEROSA
......*.....
.....*.....
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...........*...........
.....*.....
......*.....
GIUSEPPE MARTUCCI
.....*.....
OGNI AUTORE è OPPORTUNO CHE CONTROL
OGNI AUTORE è OPPORTUNO CHE CONTROL
La SALITA
Arrancando sulla roccia,
in gran fatica, punto
l'occhio
verso l'alto cielo,
universo pien di
stelle.
Ancor non vedo la gran
cima
ma la meta lassù
m'attende:
grande cielo, immensa
vista,
spazierò come ali di un
gabbiano
che, volando, sparirà
lontano.
Argene Madeddu
: SEGNALATE EVENTUALI SBAGLI
ROBERTO MISTRETTA
Notissimo
scrittore di Mussomeli. GIORNALISTA, POETA, AUTORE DI COMMEDIE TEATRALI,
SCRITTORE DI FAVOLE E DI ROMANZI, GIALLISTA Profumo
di montagna Antologia di poeti
.....*.....
Magia
Dimensioni
di gelsomini sui muri
nello sfumare degli azzurri tuoi
magia
di un mondo sommerso
nell'oltre di un sorriso
Pino Canta 2018
...*...
Il sapore della neve
Quando, un giorno di questi, scivolerò nel nulla, voglio
portarmi,
nascosto, qualche ricordo, per tenermi compagnia, i primi tempi.
Il profumo della legna che brucia nel camino, quello della
terra
bagnata dalla pioggia, il sapore della neve, un gatto addormentato
sulle
mie ginocchia, un campo di papaveri sotto il sole di luglio,
il pulviscolo
delle onde portato dal vento, il suono di un flauto
e l'inebriante sensazione
di quella volta che sono passato,
apposta, col rosso. Maurizio
Bernardi, 2/10/2018
.....*.....
INVERNO
La luce del mattino
sa di pianto.
Come fantasmi appaiono
passato,presente e futuro...
Casa 27.1.2018
.
Armando Romano
.....*....
Giampiero Neri
Poeta umile, Pacato, originale, e riflessivo.
.
GIAMPIERO NERI
POESIE
.
Villa Nena
La facciata era
sicuramente liberty.
Come onde apparivano i balconi
verso il lago,
in parte nascosti dagli alberi.
Nella casa che è stata abbandonata
cigola la porta non chiusa,
della vecchia proprietà
non si hanno notizie da tempo.
È rimasto nel quadro alla parete
un documento del ’43,
un attestato che la signora è cittadina straniera
sotto la protezione del Consolato.
Come onde apparivano i balconi
verso il lago,
in parte nascosti dagli alberi.
Nella casa che è stata abbandonata
cigola la porta non chiusa,
della vecchia proprietà
non si hanno notizie da tempo.
È rimasto nel quadro alla parete
un documento del ’43,
un attestato che la signora è cittadina straniera
sotto la protezione del Consolato.
*
Due tempi
Due tempi
La civetta è un uccello
pericoloso di notte
quando appare sul suo terreno
come un attore sulla scena
ha smesso la sua parte di zimbello.
Con una strana voce
fa udire il suo richiamo,
vola nell’aria notturna.
Allora tace chi si prendeva gioco,
si nasconde dietro un riparo di foglie.
Ma è breve il seguito degli atti,
il teatro naturale si allontana.
All’apparire del giorno
la civetta ritorna al suo nido,
al suo dimesso destino.
quando appare sul suo terreno
come un attore sulla scena
ha smesso la sua parte di zimbello.
Con una strana voce
fa udire il suo richiamo,
vola nell’aria notturna.
Allora tace chi si prendeva gioco,
si nasconde dietro un riparo di foglie.
Ma è breve il seguito degli atti,
il teatro naturale si allontana.
All’apparire del giorno
la civetta ritorna al suo nido,
al suo dimesso destino.
*
Delle misure, dei pesi, III
Del declinante mondo di
Maria Signaroli
che abitava da noi in campagna
non si poteva domandare.
Oscillava fra le finestre della stanza,
qualche volta in giardino,
finché cadde sul pavimento.
Era una mattina se ricordo bene,
l’anno il ’32 o il ’33.
che abitava da noi in campagna
non si poteva domandare.
Oscillava fra le finestre della stanza,
qualche volta in giardino,
finché cadde sul pavimento.
Era una mattina se ricordo bene,
l’anno il ’32 o il ’33.
*
Era una trappola per
talpe
che aveva progettato, una tagliola
per la loro sortita allo scoperto
e del fumo insufflato nei cunicoli.
Ma era passato il tempo
si svolgeva un diverso avvenimento
anche noi diventati talpe
per il variare delle circostanze.
.che aveva progettato, una tagliola
per la loro sortita allo scoperto
e del fumo insufflato nei cunicoli.
Ma era passato il tempo
si svolgeva un diverso avvenimento
anche noi diventati talpe
per il variare delle circostanze.
PAOLA DEROSA
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GIUSEPPE MARTUCCI
Al grande fiume
I)
Oh grande fiume che prepari
e r i p a r i
parole colpe, opere e
omissioni
parolefiume e grande padre,
oh fiume lieto, energia soave
che zampilli e festeggi nelle
spume
io qui seduta dirimpetto
osservo
quanta lieta voglia di vivere
traspare
e sento
l’aria fine che fa libero
il cuore, e le sue brume -
pupille lume ritrovato
qui a fianco, o largo fiume
che
di notte affondi - e stendi
la tua seta come mano.
Taci corri separi
ma per meglio vincere
nel luccichio profondo -
fiume di cateratte buone, e
anse
lente nel morso defluvio
delle reni,
scendi più solitario
e mite
oh fiume, fiume che riposi
stanco di azzurro e sedato
in più preghiere, nei molti
mezzi amori dei sentieri.
II)
Donne che cianciano moderne
donne che in bicicletta fan
boccacce,
mischiate a etiopi, russe e
ucraine
sentono - che qui si iscrive
volta di maestà profana e
bionda,
già insediata e
rombo di cascatelle, più
discorsi
del fiume, e poi - silenzio,
brune alghe saline che
specchiate
in sé si volgono
nell’acqua.
Dolce ghirlanda cuce
e cuce un orlo giovane loquace
sul sentiero di muri e massi,
sotto al fiume intenti.
Ma il bel confine assurge e
schiuma,
soffia via leggero
come un vento acquoso di là
sul ponte
filo tranviarie macchine ed
umani,
auto scorrono devote -
ma io quassù a mezzo ponte
e tu, tappeto soffio giocoso
qui nascosto
come lambivi a festa!
e dopo il chiasso,
trascorriamo insieme.
III)
Piace il fiume pettina
le sue schiave bionde, tace
le onde immobili al cammino
le compiace,
tutte le vene oblique in
foce.
E piace. Tavola di luce i
suoi profumi
De profundis, dice.
Semplifica il giorno,
camminava.
(Antonio – dice, si compiace)
Più si spandeva più frusciava
intatto il campo del vicino,
il fiume pettinava stava
cascatelle di gola non fluiva
singole labbra non chiudeva,
schiuse schiene di alghe
separava.
Come correva! Concreava
gorghi nel vuoto contro ai
muri
di argini gonfi di contrade,
di topi e chiaviche, e
brusche chiarità
del vento, verso di
fiume di palude ah se fluiva
dalla sorgente riva - linda
riva
intonso fiume là vicino qui
lontano
al cuore casto
sotto al ponte balli - il tuo
cammino,
dolce acqueo sentiero di
sorgente, castamente lieto
Lui
c a m m i n a…
.....*.....
GIUSEPPE MARTUCCI
L'EX SEDE DI ARTEULTURA
LA POETESSA MICAELA BACIOCCCHI
.....*.....
In questo bel mese che l’amor celebrar brama,
GIUSEPPE MARTUCCI
L'EX SEDE DI ARTEULTURA
B
U C O
N E R O
Stasera il calare
crepuscolare
imbruna di pesante
l’atmosfera
e toglie il sonno a
fiori e uccelli
e due bambini stretti
al corpo
straziato dalla madre
morta
soffrono l’infiammarsi
del dolore senza
scadenza e confini
nell’orgia macellaia
delle armi
Armi che continuano a
saettare
lo spazio sino al
lontano orizzonte
dove s’estinta l’attesa
dell’alba
e non risorgere più il
sole
la spiritualità
universale è spenta
scomparsa anche la
carovana degli
affamati e il divenire
solo un eterno
buco nero
GIUSEPPE
MARTUCCI da Artecultura n. XLIX 6 GIUGNO
2016.
Pur essendo un “mistero” la Poesia,
quando è veramente tale, deve obbligatoriamente avere un significativo
messaggio. Altrimenti diventa inutile e insignificante. La Poesia si trova
ovunque e in qualunque essere umano “anche se umile e ignorante”. Come tutte le
Arti ha bisogno di “geniali espressioni dell’anima”. L’esperienza del Poeta
Giuseppe Martucci, Presidente ed editore di ARTECULTURA, famosa per la serietà
professionale, ci offre questa bellissima Poesia che ben descrive la
scelleratezza della “politica mondiale” che ha mutato l’Universo in una miriade
di buchi neri: in Cielo, in Terra, e in ogni Luogo. Comprese le anime di
certi Politicanti,
Assassini
Mondiali che fomentano guerre senza pietà ovunque. Calogero Di Giuseppe 25-5 2016
.....*.....
LA POETESSA MICAELA BACIOCCCHI
.....*.....
L’AMORE,
CHE STRANA COSA
.
L’amor
è una dolce malìa a cui
Il
cuor si abbandona che a
nessun
perdona!
I miti e le leggende ce ne hanno
narrato ed in un mondo magico
trasportato.
Che
dir della scienza : lo definisce
una fortissima esplosione di
protoni
e neutroni che, quando arriva,
sembra
portarci in petto emozioni grandi
come
cicloni.
Il
“Sommo Poeta” lo fa diventar celestiale
e
molto spirituale.
Il
mio pensiero su di lui:
“Una
cosa strana che in alto ti fa volare ed il
cielo
con un dito toccare “ .
Con
lui vorresti coniugare
il verbo
“Amare”.
MICAELA
BACIOCCHI
.....*.....
NUVOLE DI MAGGIO
Maggio è un mese assai speciale:
le sue nuvole sono nodi d’amore
che si coloran d’un rosa eccezionale!
Dietro di lor si cela Cupido ed i suoi dardi
sempre pronto è a lanciare, per far qualcuno
Innamorare!
Le nuvole nascondono il celeste pargoletto
mentre all’opera si mette e, senza fallo, ogni
tiro non è mai allo sballo.
In questo bel mese che l’amor celebrar brama,
molti scelgon la propria dama.
Una dolce atmosfera nella natura si diffonde:
il vento fa mormorar le
fronde.
Io con la mia mente volo su un’eterea nuvoletta,
mi produco in un gioioso piroetta,
sentendomi
dall’ Empireo protetta!
© 2016 MICAELA BACIOCCHI
.....*.....
“DONNA,
TU…!”
Donna,
dentro di te tu sai di esistere!
Non
fermarti al primo ostacolo, una siepe
non
è poi la fine del mondo.
Comincia
ad uscire dal tuo rigido guscio e
dimostra
una volta per tutte che sai
camminar
da sola.
senza
attender l’altrui parola!
Sarò
dura ma son sicura che ce la farai perché
ormai
hai preso coscienza che non ci vuol molto
a
sfatare gli arcaici tabù che ti vedevano sottomessa,
con
una paura estrema di esporre una singola idea.
Ora
che “Sei, quindi Esisti”: usa la bella mente
che
è in te, sempre vivace ed intelligente pronta
recepire tutti
quei
messaggi che scaturiscono
da
quel tuo intelletto, magari un pochino bizzarro ed
arguto
ma anche colmo di talenti.
Portali
alla luce e…
finalmente:
“Vivi
“!
©
2016 MICAELA BACIOCCHI
…..*…..
POESIA … FIORE!
Una goccia di rugiada cade su un
petalo di rosa,
un’arpa subito una melodia intona e
la rosa sboccia col suo profumo
delicato:
lo accolgo tutto d’ un fiato!
Un sospiro alato mi trasporta su un
verde prato
ove tante margherite sono ormai
fiorite.
Un usignolo canta ed ogni cuor incanta!
Un passero vede la prima gemma su un
ramo:
è per lui un richiamo.
In primavera il pesco fiorisce e si
innamora,
così di rosa la natura si colora!
Con la bella stagione tutto diventa poesia:
i fiori, l’aria frizzante ed una
nuova armonia
ispirano il poeta
nel lungo il fiume passeggia
scrivendo dolci pensieri:
quelli di oggi, di eri
e… forse di domani,
facendo scorrer la penna fra le
mani!
È poesia, è fiore, è musica, è
fantasia
è…
l’anima mia!
© 2016 MICAELA BACIOCCHI
….*…..
ARMONIA
DI PRIMAVERA
Lungo
la Senna che scorre lenta
una
musica dolce si ode e
fa
palpitar il cuore piano piano,
quasi
volesse prendermi per mano!
Una
fioraia mi porge una rosa bianca,
sembra
voglia sussurrar qualcosa!
L’aria
frizzante di primavera cambia l’atmosfera.
Il
venditore di palloncini è ormai al centro del mirino:
è
in arrivo il ciclone … “Bambino”!
Dalla
torre campanaria di Notre Dame rintocchi tonanti
attirano
lo stupore degli attoniti passanti!
Giardini,
fiori, allegre musiche intonate da una fisarmonica,
da
un violino o da una tromba mi avvincono
mentre
cammino con la mia rosa bianca in mano!
Sogno,
è primavera!
Il
mio cuor più non dispera e si sveglia alla vita vera,
Sbocciando
come un pesco in fiore,
Io
disegno amore ed un fior mi sorride.
La
mia anima si schiude al nuovo giorno,
quasi
non vedendo quel che mi accade attorno.
Che
cosa c’è di più bello: è solo poesia, è armonia:
“È
vita mia!”
©
2016 MICAELA BACIOCCHI
…..*…..
Questo magnifico capolavoro rappresenta Sebastiano Di Seclì
Unico superstite
.....*.....
L’INCENDIO DI MARCINELLE 262 vittime.
La famosa rivista milanese ARTECULTURA,
diretta Da Giuseppe Martucci, del gennaio 2016 a pagina 24ricorda un evento
straordinario e incancellabile nelle menti dei parenti e delle 262 vittime
nell’incendio di MARCINELLE: Belgio 8 agosto 1956.Le vittime sono scese subito
l’uscita dei “FORTUNATI MINATORI” ai quali hanno dato il cambio. Tra questi
c’era SEBASTIANO DI SECLI’ papà di Antonietta nota poetessa e pittrice. La
quale ha dipinto un bellissimo quadro che ritrae il padre, omaggio alla
memoria, di quel triste evento, seduto su una valigia e nello sfondo le fiamme
del disastroso rogo nella miniera… con dei bellissimi particolari. Il MOVIMENTO
LETTERARIO LOMBARDO,
(E Belle Arti) Di cui Antonietta Di Seclì fa parte, ritiene un dovere
partecipare a questo triste ricordo per non dimenticare. Calogero Di Giuseppe
.....*.....
.....*.....
ADAM
VACCARO
TERRITORI, METROPOLI E ALTRE ADIACENZE
Catabiosi
al bar
Quasi
inverno
Morbidezza
Pensieri
d’acacia
Dal treno
L’orecchio
degli Dei
Falli-mental
Fuochino
spia
Impasto
giusto
Fiume
d’inverno
Amori e
vapori
Terrori di
un’H
Luce sulla
pece
Metamorfosi,
forse
Il Rosa da
casa
Verso la
piana
Ri-mare
furt ivo
Nevica?
Eppure
Acquari
metropolitani.
DANILO DOLCI
DANILO DOLCI
Grande uomo,
grande sociologo, grandissimo amico della Sicilia. Dólci, Danilo . - Sociologo e scrittore italiano Sesana, Trieste , 1924 - Partinico , Palermo , 1997), studiò architettura, mostrando anche interesse per la musica e la poesia. Dopo una prima esperienza di educatore e sociologo a Nomadelfia (1950-52) con don Z. Saltini (v.), maturò la sua vocazione di riformatore sociale dedicandosi al riscatto di una delle zone più depresse d'Italia, la Sicilia occidentale. A questo scopo mirarono le sue pubblicazioni, più vicine al documentario che alla letteratura: Fate presto (e bene) perché si muore, 1953; Banditi a Partinico, 1955; Inchiesta a Palermo, 1956; Spreco, 1960; Racconti siciliani, 1963, tratti dagli ultimi tre volumi, Conversazioni contadine, 1966; Chi gioca solo, 1967; Chissà se i pesci piangono, 1973, e le iniziative sociali, in cui confluirono atteggiamenti cristiani, socialisti, liberali e "gandhisti" (metodo della protesta non violenta), da lui promosse a Trappeto (1952), a Partinico (1954), per la diga sul f. Iato, e in altre località della Sicilia. Motivi sociali e religiosi si fusero originalmente nella sua produzione poetica: Voci della città di Dio, 1951; Poesie, 1956; Il limone lunare, 1970; Creatura di creature, 1979; Palpitare di nessi, 1985. Treccani .....*.....
.....*.....
IL GRANDE BUTTITTA
STRAORDINARIO POETA.
IGNAZIO BUTTITTA
FAMOSISSIMO POETA E
CANTASTORIE SICILIANO
…..*…..
Enciclopedia Treccani
Clicca su l’argomento che
ti interessa in rosso.
Buttitta, Ignazio. - Poeta
dialettale siciliano (Bagheria, Palermo, 1899 - ivi 1997); autodidatta, esercitò da giovane i più umili
mestieri, per poi darsi al commercio; avverso al fascismo
(nel 1922 capeggiò una sommossa di popolo), partecipò alla
Resistenza. La sua poesia, d'ispirazione popolare e insieme consapevolmente
letteraria, è passata dall'originario sensualismo tra arcadico e dannunziano (Sintimintali, 1923; Marabedda, 1928) ai toni
epico-lirici e quasi da cantastorie della celebrazione del lavoro e delle lotte
del popolo siciliano (Lu pani si chiama pani, 1954, con trad. in lingua di S.
Quasimodo; La peddi nova, 1963; Lu trenu di lu soli, Lamentu pi la morte di Turiddu Carnivali, La vera storia di Giulianu, in unico vol., 1963). Nella produzione successiva il crisma
dell'ufficialità sembra avere un po' indebolito le motivazioni originali della
sua poesia (tra l'altro tradotta in francese, russo, cinese, ecc.): Io faccio il poeta (1972); Il poeta in piazza (1974); Pietre nere (1983). Vanno poi
ricordati ancora il volume antologico Prime e nuovissime (a
cura di M. Puglisi, 1983) e il lavoro teatrale Colapesce: leggenda siciliana in due tempi (1986).
…..*…..
Ignazio Buttitta è stato un “Poeta dialettale”
meritevole del premio Nobel (non dato) come l’amico Quasimodo e tanti altri.
Era famoso oltre i Paesi europei. Eccentrico, simpatico originale nel
mostrarsi, ne fare e nel dire: Un vero Poeta e un vero uomo. Calogero Di
Giuseppe
.....*.....
DIEGO VALERI
L’AVE
La campana ha suonato
e l'Angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato con l'ala di velluto
il povero paese;
v'ha sparso un tenue lume
di perla e di turchese
e un palpito di piume;
ha posato i dolci occhi
sulle più oscure soglie...
Poi, con gli ultimi tocchi
cullàti come foglie
dal vento della sera,
se n'è volato via:
a portar la preghiera
Per conoscerlo meglio clicca sotto
http://www.treccani.it/enciclopedia/diego-valeri/
.....*.....
.....*.....
Attenzione: gli autori ospiti sono tenuti a segnalare eventuali errori
o disguidi per correggerli: La redazione non si assume nessuna responsabilità.
.....*.....
Giuseppe Messina
GIUSEPPE MESSINA
Dialetti d’italia
GIUSEPPE FLECCIA
Sentire un grande buco dentro il cuore
e stringer forte i denti.
che, uno dopo l’altro i nostri giorni
conoscano la gioia ed il sereno.
Giuseppe Fleccia
.....*.....
Giuseppe Messina
Il prof. Giuseppe Messina è molto apprezzato a Mussomeli e altrove
non solo per la sua natura
semplice e umana... ma anche perché è un ottimo scrittore ed un interessante Poeta, come
dimostra questa Poesia che descrive bene i difetti di alcuni poeti che non hanno capito che
non basta scrivere bene componendo magnifiche Poesie
Dopo aver saputo che un "Poeta Giuda" ha parlato male di me (ingiustamente)
pur sapendo che lo ritengo un bravo Poeta e grande amico mi ha dedicato i seguente testo!
semplice e umana... ma anche perché è un ottimo scrittore ed un interessante Poeta, come
dimostra questa Poesia che descrive bene i difetti di alcuni poeti che non hanno capito che
non basta scrivere bene componendo magnifiche Poesie
Dopo aver saputo che un "Poeta Giuda" ha parlato male di me (ingiustamente)
pur sapendo che lo ritengo un bravo Poeta e grande amico mi ha dedicato i seguente testo!
UN POETA DEVE DISTINGUERSI ANCHE
DAL PROPRIO COMPORTAMENTO VERSO IL PROSSIMO E VERSO SE
STESSO.
*GIUSEPPE MESSINA
Dialetti d’italia
Cufu ca dissi caru cumpari
Lu tiampu 'ughè tiampu tuttu tiampu?
Nudduc'arrispunnì 'pi fallu pinsari?
Lu tiampu curri e s'arrizzola
Avanti tira senza cumplimenta
Mancu ti talia di passata
Di scantu arrizzanu li carni
Lu sangu sicca 'ni li vini
Arrappata la peddi s'arritira.
Cumpari vi lu dicu n'cunfidenza
La vostra Jè na gran minchiata
lu tiampu passa e nenti si sparagna. Nota Biografica Giuseppe Messina è nato a Mussomeli, nella provincia di
Caltanissetta. Laureato in Lingue e Letterature Straniere presso
l’Università di Palermo, ha insegnato Lingua e Civiltà Inglese.
Sue poesie si trovano nell’antologia Profumi di Montagna.
Primo classificato al premio “Poesia Prosa ed Arti
Figurative”, indetto dall’Accademia Internazionale Il Convivio, con il racconto
Lu tiampu 'ughè tiampu tuttu tiampu?
Nudduc'arrispunnì 'pi fallu pinsari?
Lu tiampu curri e s'arrizzola
Avanti tira senza cumplimenta
Mancu ti talia di passata
Di scantu arrizzanu li carni
Lu sangu sicca 'ni li vini
Arrappata la peddi s'arritira.
Cumpari vi lu dicu n'cunfidenza
La vostra Jè na gran minchiata
lu tiampu passa e nenti si sparagna. Nota Biografica Giuseppe Messina è nato a Mussomeli, nella provincia di
Caltanissetta. Laureato in Lingue e Letterature Straniere presso
l’Università di Palermo, ha insegnato Lingua e Civiltà Inglese.
Sue poesie si trovano nell’antologia Profumi di Montagna.
Primo classificato al premio “Poesia Prosa ed Arti
Figurative”, indetto dall’Accademia Internazionale Il Convivio, con il racconto
L’Astronomo Dicerie e Leggende e i romanzi: La guerra di Calò,
Ha pubblicato la raccolta di racconti Pranzo di Natale al buio;
Minosse,
l’Oscura morte di un re; Redivivo.
16 Settembre 2015
.....*.....GIUSEPPE FLECCIA
Laura Moruzzi, (Attrice) Calogero Di Giuseppe, (Poeta) Maria Teresa Mosconi (Poetessa)
CENACOLO S. EUSTORGIO, Milano 28 Maggio 2015
Riflessione
Trovarsi
dentro l’occhio del ciclone
tra muri ormai
cadenti.Sentire un grande buco dentro il cuore
e stringer forte i denti.
Attendere
che l’alba poi ritorni,
con la
speranza in seno,che, uno dopo l’altro i nostri giorni
conoscano la gioia ed il sereno.
Giuseppe Fleccia
.....*.....
MARIA GRAZIA CUTAIA
Sono Grazia Cutaia: vivo a Milano, sono laureata in
sociologia con indirizzo psicologico, ho frequentato corsi di bioenergetica e
dal’92 al ‘99, intrapreso un percorso formativo di tipo pisicosintetico dove ho
imparato a far mia la meditazione. Nel 1997 ho conseguito il terzo livello di
Reiki (metodo tradizionale) e dal 2010 ho conseguito il diploma di Counselor
Umanistico esistenziale. Sono fermamente convinta delle enormi
possibilità che offrono questi metodi lungo il cammino evolutivo
dell’essere umano, sia come soggetto unico nel mondo, che come partecipe alla
vita della comunità.
............*............
LE RONDINI
Le rondini sono partite…
Hanno preso il volo
All’alba, attraverso il mare
Per un paese più caldo.
Han portato via qualche ricordo,
Ma spero, nel loro cuore tanto affetto.
Ho sistemato il loro nido
I loro trastulli pian piano conservo
I loro cinguettii par di sentire,
Travolti dal vento che li porta lontano,
I giorni passano, giorno dopo giorno…
Qua e là trovo una conchiglia,
Anche in mezzo alla sabia trovo noccioline,
Le piantine crescono e ci ricordano il loro affetto.
Queste sere d’Agosto ci offrono
Un magnifico cielo stellato,
Ammirate anche voi… l’immensa bellezza
Della natura…
Assunta Sionis…
Mussomeli,
Agosto 2014.
.....*.....
Gennaio inneva monti e prati.
Febbraio grandi e piccoli imbacuccati.
.
Marzo un po' di sole all'aurora.
Aprile è il mese della flora.
.
Maggio Tanto cinguettio d'uccelli.
Giugno ha le giornate belle.
.
Luglio è il mese del sol leone.
Agosto manda in ferie le persone.
.
Settempre cura l'uva il contadino.
Ottobre la piglia e fa il vino.
.
Novembre ammucchia foglie nei viali.
Dicembre è il mese del santo natale.
.....*.....
Tomaso Kemeny
IL CANTO DELLE MUSE
Ho perso il mio popolo?
“Il
poeta è un morto che cammina
se non ha il suo popolo a seguirlo
sul sentiero delle sue visioni”,
così nell'ombra che precede il giorno
pensò il poeta costruendo quel caos
da cui potesse sorgere l'epoca
del rinnovamento e poi disperato:
“Sono un uomo di niente
smarrito nella massa
di consapevoli consumatori
sempre più sprofondati nel vuoto”
Voce del Mondo
“Sappi che tu pure sei una nullità
tutto ciò che pensavi di poter capire
è crollato e sei una vociante tabula
rasa imprecante sui sentieri
di guerra della vana utopia”
Voce della Terra
“Nessuno può vantare il tuo sembiante
se non angelo o santo. Poeta
canta quanto è lungo il tuo giorno
la favola del diluvio in fiore
e col coraggio della disperazione
prepara l'apparizione della quarta
Grazia, ripeti la leggiadria del suo
incedere finché non condivida
con tutti la visione
che incendierà la neve impalpabile
delle resurrezione del genio umano
in grado di procurare il pane
della giustizia e l'acqua dell'impossibile
appagamento.”
-------------------------
.....*.....
FRANCESCO PISCITELLO
SETT POESII DE LA V’ENA SOTURNA
(Sette poesie della vena scura)
.....*......
Ombrii
Manca pòcch a cognoss
..............................*................................
Maria Murriero
Era un giorno come gli altri,
O forse no?
Alzando lo sguardo,
ti ho notato,
un grande albero.
Sul tronco avevi
Un cuore.
Disegnato
dalla tua forza creatrice,
Non è una promessa
di due amanti,
ma dichiarazione d’amore
ai viandanti,
se di te si accorgeranno.
Chi passa,
tempo non ha.
Ti guarda senza vedere,
ti parla senza sentire.
Amico Albero,
non ti stupire,
non a tutti
è dato udire
La sinfonia del cuore,
che l’amore
sa suonare.
16 Aprile 2014
Maria Murriero.
.........................*..............................
Demetrio NAIMO
DEMETRIO NAIMO
Ho conosciuto Demetrio Naimo nel mio
“itinerario poetico” nella città di Milano. Ove i “Poeti” come tutte le
creature umane mostrano pregi e difetti. In casi eccelsi capita di incontrare
persone come Demetrio di una bontà eccezionale, Mite e paziente come agnello.
L’ultima volta che l’ho visto stava mangiando un panino vicino al Palazzo di
Giustizia di Milano… tornava dal vicino Policlinico per una visita medica.
Appena mi vide mi salutò volentieri. Con una “strana luce negli occhi”, mi
guardò… forse mi voleva confidare qualche cosa... ma disgraziatamente per me non lo
fece: seppi qualche mese dopo che non c’era più: da tempo non mi rispondeva
nessuno dal suo telefono… nel suo libro PAROLE LIBERATE mi scrisse la seguente
dedica: Per il mio amico Calogero Di Giuseppe
con affetto.
Essergli stato amico mi riempie d’orgoglio.
Ciao Demetrio un giorno o l’altro ti verrò a trovare... Calogero
…..*….
Demetrio Naimo è nato a Cataforio di Reggio Calabria. Il primo settembre 1936. Si è sposato il 9 febbraio 1958 con Brigida Pitasi e hanno avuto 3 figlie: Marianna, Mimma e Mariella. Dal 1971 è stato residente a Milano in via Monte Palombino n. 11. E’ stato componente del “Coro del Duomo di Milano e in quello della “Sacra Famiglia” di Rogoreto. Ferroviere Capotreno. Così ha scritto nella sua autobiografia: “Io sono molto credente e ringrazio il Signore per l’aiuto che mi dà, per la mia salute, per la mia famiglia, per la voce e per l’ispirazione a svolgere le poesie.”
MESI DELL'ANNO
.Essergli stato amico mi riempie d’orgoglio.
Ciao Demetrio un giorno o l’altro ti verrò a trovare... Calogero
…..*….
Demetrio Naimo è nato a Cataforio di Reggio Calabria. Il primo settembre 1936. Si è sposato il 9 febbraio 1958 con Brigida Pitasi e hanno avuto 3 figlie: Marianna, Mimma e Mariella. Dal 1971 è stato residente a Milano in via Monte Palombino n. 11. E’ stato componente del “Coro del Duomo di Milano e in quello della “Sacra Famiglia” di Rogoreto. Ferroviere Capotreno. Così ha scritto nella sua autobiografia: “Io sono molto credente e ringrazio il Signore per l’aiuto che mi dà, per la mia salute, per la mia famiglia, per la voce e per l’ispirazione a svolgere le poesie.”
MESI DELL'ANNO
Gennaio inneva monti e prati.
Febbraio grandi e piccoli imbacuccati.
.
Marzo un po' di sole all'aurora.
Aprile è il mese della flora.
.
Maggio Tanto cinguettio d'uccelli.
Giugno ha le giornate belle.
.
Luglio è il mese del sol leone.
Agosto manda in ferie le persone.
.
Settempre cura l'uva il contadino.
Ottobre la piglia e fa il vino.
.
Novembre ammucchia foglie nei viali.
Dicembre è il mese del santo natale.
.....*.....
Tomaso Kemeny
7 POESIE
NELLA PRIGIONE
luce e tenebra
Senza pesci
scorre tra le braccia
il tempo
La mia giovinezza
non è inchiodata
alle vostre porte.
Nessuno, mai, legherà
la mia primavera.
(Uscire là dove
il mio sogno sia il Tuo).
…..................*......................
Da Quarantacinque
Poesie (1952 – 1961)
Nomos Edizioni, Busto
Arsizio, 2012
.....*.....
L'ETERNITA' E' UN CONCETTO
CUPO
L'eternità è un concetto
cupo
brutta copia dell'attimo
che ancora
ci separa; se il nostro
respiro
ostenta il sorgere della
prima
luce in pieno giorno,
il tuo corpo senza fondo
arresta
le mie mille vite slabbrate
che
scorrono in te verso
l'eclissi totale del mondo.
…................................
Da Qualità di tempo, Società di Poesia – Guanda, Milano 1981
.....*.....
LA LINEA DELLA VITA
La linea della vita solca
il campo
di grano. S'inabissano le
labbra
nel calice caduco
del rosolaccio. La pelle si
accende
tra i rovi. Isolata, tra
gli aculei,
dorme la bambina che
prende le stelle al laccio.
…...
Da Il libro
dell'angelo, Fenice Contemporanea,
Guanda, Parma, 1991
.....*.....
HA INIZIO LA CREAZIONE DEL
MONDO
Prima della luce fu amore
la vertigine che animò
l'abisso. L'attesa trovò
un limite nella solitudine
da cui scaturì il folgore.
Prima della tenebra fu odio
la forma che ingabbiò
il vuoto e la materia
s'intrise di desiderio
opponendosi alla mutazione.
Prima del nulla fu morte
la grandezza che scorse
nel vene del tempo
liberando la creazione
dalla vanità della forma
eterna.
Prima del silenzio fu la
parola
germogliante dal caos.
...........…....
Da Melody, Marcos y Marcos, Milano 1997
.....*.....
ALLA PAROLA
La parola sorse
da crateri di luce
e creò un mondo sradicato
dal proprio principio, fino
alla fine dei tempi
irripetibile.
Ma tu ascolta
solo la parola che
scaturisce
dalle fenditure del tempo
e trapela dai circuiti del
silenzio
nel medesimo fremito
celando
carne e polvere.
................….
Da Poemetto gastronomico e altri nutrimenti,
Jaca Book, Milano, 2012
.....*.....
EUROPA
Europa, la tua figlia
preziosa
come la vita, la bellezza
dai mille volti
viene prostituita, allo
sventolare
delle bandiere.
“Liberté, égalité,
fraternité”
si vendono al supermercato
delle chimere.
…...........
Da Poemetto gastronomico e altri nutrimenti, op.cit.
.....*.....
Più t'amo, più la notte
sfavilla insaziata.
La tua grazia arde come
frutto
agli altri uomini interdetto
e agli Dei. Ebbra di vita
ogni tua movenza
zittisce il mondo
e nella polvere dei giorni
il canto delle Muse
riporta.
….
Da Una scintilla d'oro a Catiglione Olona... Effigie, Milano, 2014
se non ha il suo popolo a seguirlo
sul sentiero delle sue visioni”,
così nell'ombra che precede il giorno
pensò il poeta costruendo quel caos
da cui potesse sorgere l'epoca
del rinnovamento e poi disperato:
“Sono un uomo di niente
smarrito nella massa
di consapevoli consumatori
sempre più sprofondati nel vuoto”
Voce del Mondo
“Sappi che tu pure sei una nullità
tutto ciò che pensavi di poter capire
è crollato e sei una vociante tabula
rasa imprecante sui sentieri
di guerra della vana utopia”
Voce della Terra
“Nessuno può vantare il tuo sembiante
se non angelo o santo. Poeta
canta quanto è lungo il tuo giorno
la favola del diluvio in fiore
e col coraggio della disperazione
prepara l'apparizione della quarta
Grazia, ripeti la leggiadria del suo
incedere finché non condivida
con tutti la visione
che incendierà la neve impalpabile
delle resurrezione del genio umano
in grado di procurare il pane
della giustizia e l'acqua dell'impossibile
appagamento.”
Tomaso Kemeny (Budapest 1938 - ) professore ordinario di
Letteratura
Inglese all'Università di Pavia, ha pubblicato libri, saggi,
articoli
sull'opera di Ch: Marlowe, W.Shakespeare, Coleridge,
Shelley, Byron,
Lewis Carroll, Dylan Thomas, Pound e James Joyce. Ha
pubblicato
nove libri di poesia, tra cui Il libro dell'angelo (2011), La Transilvania
liberata (2005) e
Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (2011).
Traduttore di Lord Byron, Jozsef Attila, Gèza Szocs e
Ch.Marlowe
ha ideato numerose azioni poetiche e ha scritto il testo
drammatico
La conquista
della scena e del mondo(1996). Ha pubblicato un libro
di poetica insieme al filosofo Fulvio Papi Dialogo sulla poesia (1996)
e un romanzo Il Don
Giovanni innamorato(1997). Con Cesare Viviani
ha condotto il
seminario sul “Movimento della poesia italiana degli
anni'70”(documentati in due volumi)
presso il club Turati di Milano.
E' uno dei fondatori
del Movimento Internazionale Mitomodernista e
della “Casa della Poesia “ di Milano.
FRANCESCO PISCITELLO
SETT POESII DE LA V’ENA SOTURNA
(Sette poesie della vena scura)
.....*......
Ombrii
Che fin hann faa
tutt i passion che on temp
me vosaven de dent a squarciagòss?
Adess me par che s’hinn mettuu a tasè
e infina la memòria
la s’è sbiavida.
Seguiti a camminà
involtïaa dent in de ’sta scighera
senza vedè la forma de nagòtt
ma domà pòcch ombrìi.
E son minga sicur
de doe che son dree a andà.
Ombre
Che fine han fatto / tutte le passioni che un
tempo / mi gridavano
dentro a squarciagola? / Adesso mi pare che si
siano messe a tacere /
e
persino la memoria / s’è sbiadita / Continuo a camminare /
avvolto
in questa nebbia densa / senza vedere la forma di niente /
ma solo rare ombre. / E non sono sicuro / di
dove sto andando.
.......................
La bestèma
La balla, la tosetta,
denanz d’i oeugg de l’òrb
e la vos d'on violin,
d'ona dòna, del vent,
sònen arént
a l'oreggia del sord.
L'è allora che del coeur
la bestèma rabbiosa la
sortiss.
Però d’on bòtt la moeur
su la bocca del mutt.
La
bestemmia
Danza la ragazzetta / davanti agli occhi del
cieco / e la voce d'un violino, /
d'una donna, del vento, / suonano accanto /
all’orecchio del sordo. /
È allora che dal cuore / esce rabbiosa la
bestemmia. /
Però
subito muore / sulla bocca del muto.
.........................
I sògn
La guerra inutil per difend i
sògn
la m’ha lassaa
d’i gran cresp in la faccia
e ’sti sciamp de gaìna
arént ai oeugg.
A la mia età, quand s’è pù in
cas de vinc
né de impattà,
in del voltass indree
a vardà quell che resta in
sul terren,
insèma a qui pòcch fior
ch’hann faa fadiga a cress
in mezz ai sass e ai spin,
se spera de vedè che i sògn
hinn mòrt
e ch’è passaa el pericol,
finalment,
che ciamen indree anmò
a seguità la guerra.
Ma lor, i sògn,
voeuren minga savèghen de
morì:
e a tradiment
tornen semper a nass on’altra
vòlta.
I sogni
La guerra inutile per difendere i sogni / mi ha
lasciato /
delle gran rughe in volto / e queste zampe di
gallina vicino agli occhi. /
Alla mia
età, quando non si può più vincere / né impattare, /
nel
volgersi indietro / a guardare quel che rimane sul terreno, /
insieme a quei pochi fiori / che han faticato a
crescere /
tra le pietre e le spine, / si spera di vedere
che i sogni son morti /
e che è passato il pericolo, finalmente, / che
chiamino indietro ancora /
a continuare la guerra. / Ma loro, i sogni, /
non vogliono saperne di morire: /
e a
tradimento / tornano sempre a nascere di nuovo.
.......................................
La
státoa
tutt el frecc e ’l silenzi de
la terra:
e finadèss
gh’è staa nissun che s’è
fermaa a fagh cas
a la státoa che dent per dent
la vosa
perché la voeur sortì
del marmor che la ten sarada
su.
La
statua
Manca poco a conoscere / tutto il freddo e il
silenzio della terra: /
e fino ad ora / nessuno si è fermato a badare /
alla statua che talvolta urla /
perché
vuole uscire / dal marmo che la tiene rinchiusa.
..........................
El violin ròtt
L’hann cattaa su de terra,
ona mattina,
che ’l respirava anmò. L’era
on barbon
vecc e strascent e vonc.
A l’ospedaa
gh’aveven pèna e schivi in
del stess temp:
pussee schivi che pèna, a
dila tutta.
On moment prima de sarà su i
oeugg
l’ha provaa a dì on quaicòss.
Però la vos
che la passava in mezz a qui
pòcch dent
l’era fiacca e stonada
come quand on archett el fa
sgoagnì
on violin frust e ròtt, tant
che nissun
l’è staa bon de capì quell
che ’l diseva.
Ma l’è staa mèj inscì,
perché l’è mòrt senza savè
che tucc
avarìen riduu
se avessen intenduu che i sò
paròll,
el sfòrz de l’ultim fiaa,
eren paròll d’amor d’on vecc
barbon
innamoraa.
Il
violino rotto
L’hanno raccolto da terra, una mattina / che
respirava ancora. /
Era un barbone / vecchio e stracciato e sporco.
/ All’ospedale /
avevan
pena e schifo al tempo stesso: / più schifo che pena, a dirla tutta. /
Un momento prima di chiudere gli occhi / ha
provato a dir qualcosa.
Però la voce / che passava in mezzo a quei
pochi denti / era fiacca e stonata /
come quando un archetto fa stridere / un
violino vecchio e rotto, tanto che nessuno /
ha potuto capire cosa diceva. / Ma è stato meglio
così, /
perché è
morto senza sapere che tutti / avrebbero riso /
se avessero capito che le sue parole, / lo
sforzo dell’ultimo respiro, /
erano
parole d’amore d’un vecchio barbone /
innamorato.
.......................
Doe la strada la finiss
Mì me par che i mè pass,
vun dree a l’alter, camminen
deperlor,
e tutt quell che mì foo l’è
fà andà i pee.
Ma in doe vann tant de pressa
de famm fà inscì fadiga a
stagh adree
in ’sto sentee
pien de sass, de foppei e de
topicch?
Mì el soo: vann là vers quell
canton
doe la strada la finiss, e
lee
l’è lì ferma a spettamm.
Allora la me dervarà i sò
brasc,
la poggiarà i so làver sora i
mè
e la me basarà.
Dòpo andaremm insèma,
brasciaa su,
in doe sarann perduu
la memòria e ’l dolor.
Dove la
strada finisce
A me pare che i miei passi, / uno dietro
l’altro, camminino da soli, /
e tutto
quel che io faccio è muovere i piedi. / Ma dove vanno tanto di fretta /
da farmi fare così fatica a seguirli / in
questo sentiero /
pieno di pietre, di buche e d’inciampi? / Io lo
so: vanno là verso quel luogo /
dove la strada finisce, e lei / è lì ferma ad
aspettarmi. /
Allora mi aprirà le sue braccia, / appoggerà le
sue labbra sulle mie / e mi bacerà. /
Poi
andremo insieme, abbracciati, / dove saranno perduti / la memoria e il dolore.
.............................
I vers
inutil
Certi vòlt me domandi perché mai
dovariss vess possibil
fa intend cont on quai vers
quell che ’l coeur l’ha capii domà in del
piang.
I versi inutili
A volte mi domando perché mai / dovrebbe esser
possibile /
far comprendere con qualche verso / quel che il
cuore ha capito solo piangendo.
La poesia è inseparabile
dalla lingua nella quale è stata scritta:
per buona che sia una
traduzione, quanto meno non rende il ritmo e il suono,
importanti quasi quanto il
testo. Per questo vorrei chiedere al lettore
non milanese di leggere i
versi originali, usando la traduzione “di servizio”
solo come aiuto lessicale.
Per quanto riguarda la pronuncia
basta ricordare che o si legge u, salvo quando rechi l’accento –
nel qual caso si legge come in italiano - e
che u si legge ü.
Grazie per il sacrificio
affrontato.
N. d. a...............................*................................
Maria Murriero
L’ALBERO E IL SUO CUORE
Era un giorno come gli altri,
O forse no?
Alzando lo sguardo,
ti ho notato,
un grande albero.
Sul tronco avevi
Un cuore.
Disegnato
dalla tua forza creatrice,
Non è una promessa
di due amanti,
ma dichiarazione d’amore
ai viandanti,
se di te si accorgeranno.
Chi passa,
tempo non ha.
Ti guarda senza vedere,
ti parla senza sentire.
Amico Albero,
non ti stupire,
non a tutti
è dato udire
La sinfonia del cuore,
che l’amore
sa suonare.
16 Aprile 2014
Maria Murriero.
.........................*..............................
SEMIRA BALDI
e quella luce che tutto avvolge e colora
riempie di pace e serenità
l’animo inquinato
dalle scorie della città.
SFIORITO È IL TEMPO
Ed. 2014
Semira Baldi è friulana di origine... ma vive da molti
anni a San Donato Milanese (MI). La sua prima raccolta
è Dialogo con l’intimo (Grafiche pavoniane, Milano, 1989),
seguita dalla plaquette fuori commercio 25 Poesie e 8
haiku, con postfazione di Mauro Ferrari (2008).
È apparsa con una silloge su Retrobottega2 (CFR Edizioni,
2012) e con alcune poesie su Epos. Collana di poesia
civile n. 20 (ivi). È inoltre presente in vari siti, tra cui
www.natisone.it/furlanis
….*….
Naufragio
Vivere e sentirsi dispersa
come dopo un naufragio
eppur qualcosa galleggia ancora
sulla superficie
ma son solo resti di quello ch’è stato
la nave s’è incagliata
la vita come soffio è passata
anni fa c’erano altri anni ed altri ancora
i tanti amici del cuore
la passione l’amore
la sera ora, è calata per sempre
buio fitto nessun salvagente.
………………
Tremiti 2012
Le cicale da mane a sera cantano
e mai si stancano
anni a San Donato Milanese (MI). La sua prima raccolta
è Dialogo con l’intimo (Grafiche pavoniane, Milano, 1989),
seguita dalla plaquette fuori commercio 25 Poesie e 8
haiku, con postfazione di Mauro Ferrari (2008).
È apparsa con una silloge su Retrobottega2 (CFR Edizioni,
2012) e con alcune poesie su Epos. Collana di poesia
civile n. 20 (ivi). È inoltre presente in vari siti, tra cui
www.natisone.it/furlanis
….*….
Naufragio
Vivere e sentirsi dispersa
come dopo un naufragio
eppur qualcosa galleggia ancora
sulla superficie
ma son solo resti di quello ch’è stato
la nave s’è incagliata
la vita come soffio è passata
anni fa c’erano altri anni ed altri ancora
i tanti amici del cuore
la passione l’amore
la sera ora, è calata per sempre
buio fitto nessun salvagente.
………………
Tremiti 2012
Le cicale da mane a sera cantano
e mai si stancano
Com’io mai mi stanco
alle Tremiti di
tornare
di scendere alle sue cale
dove il vento profuma
di mirto, lentisco ed elicriso
e le rocce sa plasmare
S’infrange l’onda
sulla rovente scogliera e nel suo delirante andare
galoppano con essa i miei pensieri
di scendere alle sue cale
dove il vento profuma
di mirto, lentisco ed elicriso
e le rocce sa plasmare
S’infrange l’onda
sulla rovente scogliera e nel suo delirante andare
galoppano con essa i miei pensieri
Corre la brezza tra i
pini d’Aleppo
e come arpa i rami fa
vibraree quella luce che tutto avvolge e colora
riempie di pace e serenità
l’animo inquinato
dalle scorie della città.
VENERE (Botticelli)
.....*.....
FILIPPO AIESI
C'era ulna Volta un paese
che era sempre bello
in ogni mese.
Al mondo aveva dato lo splendore
con menti eccelse
che valevano oro.
I segni aveva lasciato
in ogni strada,
erano i segni della civiltà spianata.
Ora però giace
inerte e devastato
da una classe politica imbelle,
mal governato.
Nel suo parlamento
siede tanta spazzatura,
che non pensa ai propri avi,
che non hanno avuto paura.
Oh povero paese! Sì devastato,
che male hai fatto?
Per essere così mal rappresentato!
Pioltello li, 20 ottobre 2014
Filippo Aiesi
.....*.....
FILIPPO AIESI
SENZA ESPRESSIONE
Ho visto crollare i miei sogni
e l'animo mio smarrito
s'aggira tra suoni e rumori
fra gole di grigio cemento
e volti senza espressione
nell'aria satura e marcia
prodotto di infinite equazioni.
.....*.....
LA MORTE
Bufera silenziosa
che percuote la pianta della vita
cadono i frutti
finiscono le vite
di noi uomini
misere nullità dell'universo.
F. Aiesi
quando batte le sue ore
io l’ascolto sempre attento
con i palpiti nel cuore.
mentre con ansia aspettavo
il maturare degli eventi.
quei rintocchi l’aspettvo
mi sembravano un tesoro.
ho certezza della fine
spero solo che sia giusta.
Filippo Aiesi
Pioltello 10 magio 2014
Padre Onnipotente,
Tu che ogni cosa puoi,
Perché hai cessato
La produzione di esseri sani,
Di persone pulite, Dirigenti
Che neghino a priori
Ogni tentazione malsana.
Credimi Signore!
Non voglio insegnare nulla,
Tanto meno a Te, Essere Supremo
Non servono impianti speciali
Macchinari sofisticati
Basta che gli aliti nel cervello
Prima che vengano sbattuti
Sul palcoscenico della vita
Affinché il mondo non soffra,
Che i tribunali cessino di giudicare
Inutilmente,
Che i poveri non siano più maltrattati
Che i giovani possano trovare
La giusta gioia della vita, che gli spetta!
Gloria a Te Altissimo
Ascolta questa umile preghiera
Perché siamo ormai alla fine.
Oltre ci aspettano solo gli Inferi.
Amen.
Filippo Aiesi
Pioltello 12 marzo 2014 ore 13:30
..........
Nel giorno che sale
il tuo Amore
mi appare potente,
avvolge il mio cuore,
mi riempie la mente.
Nell’etere i nostri pensieri
si rincorrono
si uniscono
si fondono
in un unico abbraccio
d’Amore nascente.
Filippo Aiesi Pioltello 8 marzo 2014
IL LIBRO RIPOSTO
.....*.....
FILIPPO AIESI
C’ERA UNA VOLTA…
C'era ulna Volta un paese
che era sempre bello
in ogni mese.
Al mondo aveva dato lo splendore
con menti eccelse
che valevano oro.
I segni aveva lasciato
in ogni strada,
erano i segni della civiltà spianata.
Ora però giace
inerte e devastato
da una classe politica imbelle,
mal governato.
Nel suo parlamento
siede tanta spazzatura,
che non pensa ai propri avi,
che non hanno avuto paura.
Oh povero paese! Sì devastato,
che male hai fatto?
Per essere così mal rappresentato!
Pioltello li, 20 ottobre 2014
Filippo Aiesi
.....*.....
FILIPPO AIESI
SENZA ESPRESSIONE
Ho visto crollare i miei sogni
e l'animo mio smarrito
s'aggira tra suoni e rumori
fra gole di grigio cemento
e volti senza espressione
nell'aria satura e marcia
prodotto di infinite equazioni.
.....*.....
LA MORTE
Bufera silenziosa
che percuote la pianta della vita
cadono i frutti
finiscono le vite
di noi uomini
misere nullità dell'universo.
F. Aiesi
L OROLOGIO DELLA VITA
L’orologio
della vitaquando batte le sue ore
io l’ascolto sempre attento
con i palpiti nel cuore.
Quando
giovane l’ascoltavo
mi
sembravano molto lentimentre con ansia aspettavo
il maturare degli eventi.
Poi
maturo tutto immerso
nella
bolgia del lavoroquei rintocchi l’aspettvo
mi sembravano un tesoro.
Ora
nell’età vetusta
quei
rintocchi son velociho certezza della fine
spero solo che sia giusta.
Filippo Aiesi
Pioltello 10 magio 2014
LA
PREGHIERA DEL CITTADINO
Signore
Iddio,Padre Onnipotente,
Tu che ogni cosa puoi,
Perché hai cessato
La produzione di esseri sani,
Di persone pulite, Dirigenti
Che neghino a priori
Ogni tentazione malsana.
Credimi Signore!
Non voglio insegnare nulla,
Tanto meno a Te, Essere Supremo
Non servono impianti speciali
Macchinari sofisticati
Basta che gli aliti nel cervello
Prima che vengano sbattuti
Sul palcoscenico della vita
Affinché il mondo non soffra,
Che i tribunali cessino di giudicare
Inutilmente,
Che i poveri non siano più maltrattati
Che i giovani possano trovare
La giusta gioia della vita, che gli spetta!
Gloria a Te Altissimo
Ascolta questa umile preghiera
Perché siamo ormai alla fine.
Oltre ci aspettano solo gli Inferi.
Amen.
Filippo Aiesi
Pioltello 12 marzo 2014 ore 13:30
..........
AMORE NASCENTE
Nel giorno che sale
il tuo Amore
mi appare potente,
avvolge il mio cuore,
mi riempie la mente.
Nell’etere i nostri pensieri
si rincorrono
si uniscono
si fondono
in un unico abbraccio
d’Amore nascente.
Filippo Aiesi Pioltello 8 marzo 2014
Distesi sulla spiaggia dorata,
assolata da un sole leonino
i nostri corpi dolcemente levigati
dalla dolce brezza marina.
Ho riposto il libro,
per leggere solo nei tuoi occhi
la nostra delicata
inebriante
storia d’Amore.
Filippo Aiesi
Marina di Modica lì 25 luglio 2014
...................................................................
MARIELLA
CLEMENTE
Ho raccolto
lampi di bellezza
per illuminare
il buio che verrà.
…..*…..
IL SAPORE DELLA NOTTE
Stanotte,
voglio gustare
il sapore delle ore.
L’ora del sogno,
e quella del dolore,
L’ora del rimorso
e quella del perdono.
L’ora della speranza
e quella della paura.
L’ora dell’amore
e quella del pianto.
E l’altra e l’altra ancora
Finché la notte
le chiude tutte
nei suoi veli neri
e l’alba porta
l’ora dell’abbandono.
Mariella Clemente
Il Mistero della Poesia non è altro che la “sintesi” del mistero cosmico e di “Tutto ilo creato”. Quell’Infinito atroce di G. Leopardi che tanto ha sofferto: nell’anima e nel corpo e che concede a Noi esseri poetanti ogni giorno un briciolo di speranza e di conforto. 27-2-2014 Da Novissimi Pensieri: Calogero Di Giuseppe.
DOVE VAI MADONNA POESIA?
“Viene l’estate,
dove te ne vai,
Madonna Poesia,
“Non temere-
risponde soave-
guarda col cuore,
ascolta con l’anima,
sempre io sono
là dove tu sei”
………………………..
POESIA GENEROSA
Sorsi di luce
Agli uomini smarriti
Offre generosa
Madonna Poesia
E d’intorno spande
Profumo di Natale.
………………………
RICORDI ESTIVI
Ho raccolto
lampi di bellezza
per illuminare
il buio della verità.
..................................
Da “I Poeti dell’Ariete News.
Mariella Clemente.
..........................................
E
dove andiamo noi
Gabriella
Lodi…
or che l’Ariete
chiude bottega ?”“Non temere-
risponde soave-
guarda col cuore,
ascolta con l’anima,
sempre io sono
là dove tu sei”
………………………..
POESIA GENEROSA
Sorsi di luce
Agli uomini smarriti
Offre generosa
Madonna Poesia
E d’intorno spande
Profumo di Natale.
………………………
RICORDI ESTIVI
Ho raccolto
lampi di bellezza
per illuminare
il buio della verità.
..................................
Da “I Poeti dell’Ariete News.
Mariella Clemente.
..........................................
DOVE
VA LA "POESIA"
Lembi
di lenzuola
vibrano
nel vento
come
ali di farfalla
in
attesa di vedere
i
colori del mondo.
..................................
che
stiamo a guardare
in
attesa di qualcosa
che
non viene,
in
attesa di una speranza
che
ci vesta la vita.
.......................................
E
tu Poesia perché
non
tocchi i cuori tristi
del
creato…tu che voli
leggera
e leggiadra
tra
monti valli e città,
pieni
di cuori infranti.
........................................
Ma
dove vai, Poesia…
e
dove andiamo noi
senza
te… poveri tapini
così
miopi e incapaci di slanci.
Perché…
vai… così lontano
e
non rimani a consolare
le
anime spezzate intorno.
................................................
Perché
non resti a
riscaldar
i nostri cuori
pieni
di solitudine…
aiutaci
Tu… a vivere
vedendo
le bellezze del mondo
attraverso
i tuoi occhi…
i
n c a n t a t i.
(Da
“I Poeti dell’Ariete”News)
...........................................
NUDA ALLO SPECCHIO
.
Quando mi guardo
allo specchio
E vedo come sono tonda…
Mi guardo e mi riguardo.
e mi vedo proprio.
un poco grassa.
E dieta dopo dieta
rinunce e sacrifici…
sono all’ordine del
giorno
ma la partita è persa
ancor prima di cominciare.
.
Lo specchio. purtroppo.
denuncia involontario…
la mia umanità
son sempre bella
morbida
e grassottella
certo non sono
come una modella
ma sono certa …se avrò…
.
un poco di pazienza
tra un po’ di anni …
e senza sacrifici …
sarò finalmente.
magra èbella”
tanto sottile e magra
che mi si vedrà
“le ossa”
peccato però…
che sarò dentro ad una
fossa!
.
Gabriella Lodi 12/11/2015
.....*.....
PAOLO VILLA
Ciaparat
Ciaparat
dun pastrugn
sa
te cumbina
sa
te cumbina
ta
l'ho di prima
sa
ta serat bun
de
fa al laurà.
Ga
meti un minut
al
guast a riparal
mi
so cuma sa fa.
Che
rasa dun minut
ta
me desfa la ca
ades
em pesc che prima
ma
va che distrusiun.
Rasa
dun cuiun
per
fas vide grant
ai
ouc d'una dona
sa
le bun da fa un om.
Ma
ogni ufele
al
fa al so mestee.
Sei
come me
Mi
piaci così
così
come sei
perchè
sei come me
semplice
e buona
gentile
e bella
così
come me
così
sei tu.
Ti
voglio bene
perchè
mi somigli
amore
grande amore
sei
bella, più bella
eppur
tanto semplice
così
sei tu.
Sei
come me
e
il mondo lo sa
che
la semplicità
è
così come me e te
come
siamo noi amore
mio
amore, amore mio.
Le
mie scarpe
Sono
belle le mie scarpe,
quelle
che ho comprato
per
la festa,
costano
un po' di soldi
ma
li valgono tutti.
Morbide
di pelle
delicate
di cuoio
coi
miei colori preferiti,
adatti
al vestito buono,
sempre
lucide e pulite.
Scarpe
delicate
ma
forti ai miei piedi,
come
due guanti
non
si sentono nemmeno,
che
bello camminare.
Durate
tanto però
per
portarmi lontano
che
cambiarvi di frequente.
.........................................
FRANCESCO
ZAFFUTO
Del Dio del Verbo
Di questa parola
di cui spesso non trovo il fondo
Di questa parola
che si ricaccia prepotente nella memoria
Di questa parola
ora veritiera
ora perversa
ora forte
ora distrutta
voglio costruire un filo sottile
come la tela di un ragno
legare un capo al grande albero della conoscenza
e con l’altro capo sospeso nell’infinito
come un funambulo
percorrere il cammino per raggiungerti
e che uno stanco sudore mi percorrerà la fronte
Ma lentamente arriverò anch’io
a modo di bavosa lumaca
Verrò a raccontarti
di questa mia limitata esistenza *
_________________________
Del Dio del Verbo. Credo che questa Poesia abbia un'enorme importanza, non solo per l'originalità ma anche per quel significato sottile che in ogni verso c'è. Il più grande problema di ogni creatura umana è quello di non sapere chi è: perché esistiamo. Siamo sospesi nell'infinito ma legati all'albero della vita. Ognuno di noi ha bisogno di credere in qualche cosa... di crearsi un mito che non conoscerà mai... forse. Come ha scritto Quasimodo: Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole: (1/ ed è subito sera. 1) cioè la Speranza nel breve corso del vivere. In questa poesia c'è anche un flatus filosofico leopardiano. Bravo Francesco...bravo.
.................................................................................
.....*.....
So di barcollare ad ogni alito di vento
So che mi coglierà spesso il sonnoe che uno stanco sudore mi percorrerà la fronte
Ma lentamente arriverò anch’io
a modo di bavosa lumaca
Verrò a raccontarti
di questa mia limitata esistenza *
_________________________
Del Dio del Verbo. Credo che questa Poesia abbia un'enorme importanza, non solo per l'originalità ma anche per quel significato sottile che in ogni verso c'è. Il più grande problema di ogni creatura umana è quello di non sapere chi è: perché esistiamo. Siamo sospesi nell'infinito ma legati all'albero della vita. Ognuno di noi ha bisogno di credere in qualche cosa... di crearsi un mito che non conoscerà mai... forse. Come ha scritto Quasimodo: Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole: (1/ ed è subito sera. 1) cioè la Speranza nel breve corso del vivere. In questa poesia c'è anche un flatus filosofico leopardiano. Bravo Francesco...bravo.
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ACROSTICO
Affettuosi
Unici.
Gioiosi
Umili.
Radiosi
Immensi.
Maria Grazia Butti
.....*.....
Maria Chiara Quartu
IL NOSTRO AMORE
É novella fenice il nostro
amore
che nasce per morire,
per rinascere ancora rimorire.
Filastrocca infinita
abbarbicata al soffio d’una vita
legata al nostro fato.
Filo ritorto che si annoda
e si snoda
lanciando al vento il cappio.
E stride fra brandelli di ricordi,
memorie affastellate
in un cassetto
per confronti infiniti.
La cenere ritrova afflato nuovo
e novella fenice vola via.
Tutto d’accapo e così
sempre sia.
.
Che strano questo amore
Che non sa vivere
E non sa morire
DOVE VA LA POESIA
(Testo scritto su tema)
Come la splendida farfalla
vola di fiore in fiore
la poesia va dove regna
l'amore.
Lì si posa e regala senzazioni
d'armonia, di gioia e di pace
all'anima che accoglie
la sua sublime voce.
Maria, Chiara Quartu.
Maria, Chiara Quartu.
Scrivere , su tema, una così delicatissima poesia non è facile.
Maria ci è riuscita benissimo. Calogero
.....*.....
.....*.....
Terra di storie
alterne
Incastonata fra
montagna e mare,
terra di storie
alterne,
di lacrime e sorrisi e
beltà eterne ,
terra di canto e
pianto.
La tua canzone corre
l'infinito
come l'arte dei geni
che hai donato,
come le forti
“fibre”che nel mondo
con volontà e coraggio
han lavorato.
Oggi sei tu che
accogli nel tuo seno
altre braccia,altre
menti disperate,
terra d' incognite
infinite che non sai
se soccorrerle potrai.
Mi affido al volo
della fantasia,
ti rivedo più florida
che mai
perché sei forte come
le tue rocce.
Coraggio terra mia, ce
la farai.
Maria Chiara Quartu.
Uno Sparo
Uno sparo improvviso
ha scosso il cielo
un brivido nell'aria
un'eco assurda,
poco distante
una incompiuta vita
dietro la scia dell'eco
si è perduta.
Maria Chiara Quartu
.....*....
L’URLO DEL SILENZIO
Maria Chiara Quartu.
Uno Sparo
Uno sparo improvviso
ha scosso il cielo
un brivido nell'aria
un'eco assurda,
poco distante
una incompiuta vita
dietro la scia dell'eco
si è perduta.
Maria Chiara Quartu
Un' isola un sogno
Chissà,forse
tutti
vorremo avere un'isola
dove solo una brezza
spira dal mare.
Un'isola sempre verde
sotto un cielo
perennemente blu,
dove il sole sparge
d'aureo pulviscolo
l'argentata rugiada.
Un'isola dove lieti
posare dolcemente
a rinverdire
gli avvizziti pensieri.
Maria Chiara Quartuvorremo avere un'isola
dove solo una brezza
spira dal mare.
Un'isola sempre verde
sotto un cielo
perennemente blu,
dove il sole sparge
d'aureo pulviscolo
l'argentata rugiada.
Un'isola dove lieti
posare dolcemente
a rinverdire
gli avvizziti pensieri.
.....*....
L’URLO DEL SILENZIO
Antonietta Di Seclì
Scende e
ridiscende il buio
sulla costiera
sulla costiera
percorsa dal
tempo.
La roccia
urla nel
silenzio.
Ed. Il Ponte Italo Americano New York
1992.
.....@.....
senza eco
resta la sua voce
senza ascolto
il suo richiamo.
Gemendo
porge al vento
l’illusione di un diritto
che mai ebbe:
E l’arsura ingrata
brucia un altro giorno
della sua anima.
(Della serie opere parallele)
.....@.....
Qualche volta capita che le ispirazioni si in contrano... e con parole diverse, gli autori, esprimono gli stessi sentimenti o consimili. In questo caso i due poeti hanno lo stesso travaglio nella propria anima.
Dove riposa il vento
quando tutto tace?…
Dove riposa il vento
quando d'amore e morte
tremanti noi viviamo?
Dove riposa il vento
dopo la tempesta
dopo lo scompiglio delle dune
dopo quel subbuglio metamorfico
dell'infocato deserto?
Sì. Io lo so…dopo la bufera
del caos alpino, il vento…
s'acquieta nel mio cuore
per scoprire ancora una volta
con una tremenda folata
e diffondere velocemente
il mio urlo invocante amore.
23 Gennaio 1999.
L'URLO
Di Calogero Di Giuseppe
Dove riposa il vento
quando tutto tace?…
quando d'amore e morte
tremanti noi viviamo?
Dove riposa il vento
dopo la tempesta
dopo lo scompiglio delle dune
dopo quel subbuglio metamorfico
dell'infocato deserto?
Sì. Io lo so…dopo la bufera
del caos alpino, il vento…
s'acquieta nel mio cuore
per scoprire ancora una volta
con una tremenda folata
e diffondere velocemente
il mio urlo invocante amore.
23 Gennaio 1999.
CITTA' DI PIOLTELLO STEMMA
RITA VIRGILLITO
RITA VIRGILLITO
.
SATELLITE
Senza sapere ti
hanno additato
Menti mortali
non andarono oltre
e questo nome
lo dice alla lunga
Di misti uomini conca tu sei
Prospetto ampio di ogni fratello
Satellite dentro Pioltello
Di misti uomini conca tu sei
Prospetto ampio di ogni fratello
Satellite dentro Pioltello
Pulsa il tuo
cuore
Schivo tu sei da
critico occhio
che si ostina a non vedere oltre
Volti diversi, visi coperti
che si ostina a non vedere oltre
Volti diversi, visi coperti
Il paradiso è
dentro di te
In una mano ci
siam dentro tutti
Dai tuoi palazzi
tra nuvole e sogni
Il tuo Pioltello
alzi più in su
Dove si gode di smisurato amore.
Rita Virgillito
Pioltello, 2 Aprile 2011
( Satellite è uno dei quattro quartieri di Pioltello, nel quale ogni settore è denominato con un pianeta. Negli anni '60 i cittadini erano circa 5mila ora superano i 35mila abitanti provenienti da tutte le parti del mondo! Pioltello è una delle più belle città del circondario perché tenuta bene, ma anche perché ha i più belli e spaziosi parchi della Brianza.
Calogero Di Giuseppe
.....*.....
Dove si gode di smisurato amore.
Rita Virgillito
Pioltello, 2 Aprile 2011
( Satellite è uno dei quattro quartieri di Pioltello, nel quale ogni settore è denominato con un pianeta. Negli anni '60 i cittadini erano circa 5mila ora superano i 35mila abitanti provenienti da tutte le parti del mondo! Pioltello è una delle più belle città del circondario perché tenuta bene, ma anche perché ha i più belli e spaziosi parchi della Brianza.
Calogero Di Giuseppe
.....*.....
Circolo Filologico Milanese, Sala Liberty
LA FOLATA
LA FOLATA
Una folata improvvisa
S’è levata questa sera,
un insolito evento
ha scosso la vecchia
sfera:
Nell’aria in un
baleno
lo sporco si è
dileguato
e sereno, tanto
sereno
il cielo si è
mostrato;
son limpidi in ogni dove
tutti i ricurvi suoi
archi,
brillano tutte le sue
alcove
che ovunque fa faville
nel blu delle stelle illuminato.
Stanca la gente è stupefatta
e serena acqueta le sue ansie:
va via lo sporco vivere latente,
al solo soffio di una folata.
Giacinto Sica
..............................................................
agli astri di luce
carchi.
Stupefatte le pupille
afferrano pulito il Creatoche ovunque fa faville
nel blu delle stelle illuminato.
Stanca la gente è stupefatta
e serena acqueta le sue ansie:
va via lo sporco vivere latente,
al solo soffio di una folata.
Giacinto Sica
..............................................................
FIUME UMANO
Fiume umano
E il fiume umano scorre
senza argine né letto
su aride terre
bruciate dall’odio.
Scorre cieco, annientato
dalla paura, dalla fame;
scorre trascinando detriti
vecchi storpi, bimbi feriti
donne coperte da veli
e lunghe sottane
celando rugose creature
tra le pieghe di vuoti seni.
Scorre stanco
il fiume umano
cercando il mare
scorre disperato
e non sa dove andare.
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