domenica, febbraio 16

GIU' LA MASCHERA SE HAI IL VISO PULITO

“I POETI DELL’ARIETE”
e
VISI DI CARTAPESTA
Se pensiamo ai carri allegorici che sfilano nelle celebrazioni Carnevalesche, come quelle di Viareggio o New Orleans, possiamo affermare che Carnevale e cartapesta sono strettamente legati. Ma il tema assegnato vuole andare oltre il semplice richiamo al Carnevale. “Visi di cartapesta”, come quelle maschere abilmente indossate per sembrare altro di se stessi; per assumere un’altra identità. Una maschera abilmente incollata al viso, per quanto possa essere elegante, affascinante, misteriosa è sempre un camuffamento, e non può durare per sempre! Anche il poeta spesso usa la maschera, leggera e ambigua come la cartapesta, fatta di parole, allusioni e metafore, ma per svelare la verità! Vi aspetto con i vostri mascheramenti/smascheramenti poetici. Cordialissimi saluti. Luigi Giurdanella.
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GIU’ LA MASHERA
Ha ragione Luigi Giurdanella relativamente alle varie maschere che ognuno di noi esseri rappresenta: “il tema assegnato vuole andare oltre”. Il teatro è una delle arti che meglio rappresenta le miriade sfaccettature del regno animale al quale noi apparteniamo. L’ironia è una delle mie maschere personali che meglio mi rappresenta. Nasconde l’inquietudine del mio essere, quelle battute, spesso sarcastiche, che faccio non fanno altro che seguire la dinamica del mio agire sino a scocciare chi mi è vicino. I “mille mestieri” che ho fatto, l’invidia che mi tiro addosso perché ingiustamente pensano che io sia presuntuoso. L’onestà, l’insistenza nel difendere i “più deboli”, il non chinare la schiena davanti a nessuno… saranno difetti: ma mi rendono felice: un Operatore Culturale a Natale, dopo avergli chiesto di far pace (pur avendo ragione) non l’ha accettata e credendo di offendermi mi ha onorato. Mi ha detto: “spesso fai errori grammaticali sul tuo blog!” Perché c’è qualcuno che non sbaglia i congiuntivi tra gli scrittori laureati? E perché non debbo fare errori proprio io che ho soltanto la “laurea” della quinta elementare? Evidentemente non ha letto né Don Milani né Danilo Dolci. Da persona ignorante, negli anni ’70 ho fondato il Centro Culturale G. LA Pira e sono stato il Primo a parlare di droga e a portare don Mazzi a Pioltello e il generale Viviani Capo del Controspionaggio italiano. I migliori oncologi di Città Studi per parlare di malattie veneree e loro conseguenze! Perché non l’hanno fatto gli intellettuali del Paese? Eppure Pioltello allora era malfamata e si moriva per droga nelle strade. Ora è una bellissima Città. Io mi son tolto la maschera: ho fatto bene? non l’ho so… io sono contento. Ciao, Calogero Di Giuseppe. Presidente-Fondatore del MOVIMENTO  LETTERARIO LOMBARDO.

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